CARCIOFO

Cynara cardunculus var. scolymus – Famiglia Asteraceae oppure Compositae

TRAPIANTO

Data la difficoltà di germinazione, per il carciofo la pratica più comune è il trapianto.

Il clima ideale per la coltivazione del carciofo è quello mediterraneo con inverni miti e con un periodo estivo di riposo in corrispondenza di alte temperature e scarse disponibilità di acqua; viene trattato qui più per curiosità che per reale possibilità di riuscita della coltura.

L’impianto può essere fatto seguendo diversi modi tra cui:

  • la messa a dimora dei carducci (germogli prelevati alla base delle piante di almeno un anno di vita)
  • impiantando gli ovoli (gemme di diversa grossezza che si formano alla base del fusto interrato, che vegetando origineranno carducci)
  • impiantando piantine provviste di pane di terra

Il più comune, al nord, è proprio quest’ultimo metodo; il trapianto avviene in buche fatte con la zappetta lungo una fila, tra aprile e maggio. Il terreno va lavorato in autunno, o all’uscita dall’inverno; se si segue il sistema consigliato, con prose di coltivazione permanenti (strisce di terreno larghe 70 cm, rialzate rispetto ai camminamenti di 10-20 cm, su cui si andrà a coltivare) si lavora solo la parte dedicata alle colture. Le lavorazioni si possono effettuare con la zappetta; possono essere superficiali, di 15-20 cm. Potenzialmente la coltura del carciofo può durare anche per 5 o 6 anni, ma con il clima del Nord Italia, senza serra, è davvero molto complicato. Non sopporta una temperatura sotto i 7 °C e la temperatura ottimale per la crescita è fra i 14 e i 18°C.

CRESCITA

Il carciofo è una pianta che lascia il terreno migliore di come l’ha trovato. È possibile alternarlo con: leguminose (fagiolini, piselli, ecc.), brassicacee (cavoli ecc.) e chenopodiacee (bietole, ecc.); meglio evitare altre composite, quali lattughe, radicchi, cicorie e, ovviamente, il cardo.

Può essere consociato, cioè coltivato nello stesso appezzamento, con:

  • ravanello, insalata, valerinella, sia alla fine del loro ciclo (in prossimità della loro raccolta), sia con trapianto contemporaneo: sono entrambe colture a ciclo breve che vengono raccolte prima che il carciofo possa svilupparsi andando ad occupare l’intera prosa di coltivazione

La raccolta dei capolini (la parte che viene chiamata carciofo e che si mangia) è scalare (prolungata per più tempo): inizia a febbraio-marzo e termina a maggio-giugno nelle varietà primaverili (Centro-nord). La raccolta deve avvenire quando il gambo che porta il capolino si è notevolmente allungato, il capolino presenta le foglie ben chiuse ed ha raggiunto le dimensioni tipiche della varietà. La raccolta si effettua a mano, eseguendo sul gambo un taglio e asportando il capolino con una porzione di gambo lunga 5-10 cm.

NOTE

Il carciofo è un ortaggio che presenta un basso valore energetico, un buon contenuto in fibra, di vitamine e di sali minerali. Ha proprietà diuretiche, epatoprotettive, coleretiche (stimolare la produzione di bile verso l’intestino da parte del fegato).